viernes, 20 de abril de 2018

Tic, tac, tic, tac... toc! O un altro modo di dire: Carpe diem!



A cosa serve il raggio di sole che traversa timidamente le tende semichiuse dall’ altro latto della finestra? Bruno è seduto sul sofà una domenica mattina e accende il televisore. La casa è nella penombra e la luce della TV proietta sul suo volto il colore dell’ammarezza. Trascorrono i secondi, i minuti, un’ora, due, tre. È quasi mezzogiorno quando chiamano alla porta.
-       Chi è? – risponde laconicamente Bruno senza nemmeno alzarsi.
-       Sono Letizia. Aprimi!
-       Oggi non posso. Torna domani.
-       Voglio vederti. Parlarti. È una bellissima giornata di primavera. Vieni con me!
-       Ho detto di no.
Bruno cambia canale nel momento in cui una coppia si bacia sullo schermo. Ormai un documentario di animali. La casa resta in silenzio. Si sente soltanto una voce che parla degli ippopotami e, poco dopo, il russare di Bruno. Si sveglia alle due del pomeriggio con il telefono.
-       Chi è?
-       Chiara, tua sorella. Oggi andiamo in montagna. Tuo nipote ha tanta voglia di vederti! Ti passiamo a prendere fra mezz’oretta?
-       Oggi non posso. Chiama domani.
-       Ma Bruno, ci avevi promesso che…
-       Abbiamo tutta la vita per andarci!
E riaggancia.
Nel frigo c’è una pentola di lenticchie che mangia direttamente mentre si siede davanti al tavolo e inizia a fare la dichiarazione dei redditi.
Alle sei una mail: “Questa notte il Requiem di Mozart al Bibiena. Ho due biglietti: uno per te e uno per Letizia. Oggi è il suo compleanno, ricordi? Tua mamma che ti vuole bene, Lucia.” “Troppo lavoro oggi.” Risponde Bruno. “Ci andremo il prossimo fine settimana.”
Si ha fatto buio. Il tramonto dietro alle tende ha già proiettato i suoi ultimi raggi di sole sul pavimento.

Quando Fosca, la dona delle pulizie, apre la porta il giorno dopo, Bruno è sdraiato accanto alla finestra e non respira. Mentre li chiude gli occhi pensa: “magari fecce ancora in tempo a guardare un ultimo tramonto prima della sua partenza.”  

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