A cosa serve il
raggio di sole che traversa timidamente le tende semichiuse dall’ altro latto
della finestra? Bruno è seduto sul sofà una domenica mattina e accende il
televisore. La casa è nella penombra e la luce della TV proietta sul suo volto
il colore dell’ammarezza. Trascorrono i secondi, i minuti, un’ora, due, tre. È
quasi mezzogiorno quando chiamano alla porta.
-
Chi è? – risponde laconicamente Bruno senza nemmeno
alzarsi.
-
Sono Letizia. Aprimi!
-
Oggi non posso. Torna domani.
-
Voglio vederti. Parlarti. È una bellissima giornata di
primavera. Vieni con me!
-
Ho detto di no.
Bruno cambia
canale nel momento in cui una coppia si bacia sullo schermo. Ormai un
documentario di animali. La casa resta in silenzio. Si sente soltanto una voce
che parla degli ippopotami e, poco dopo, il russare di Bruno. Si sveglia alle
due del pomeriggio con il telefono.
-
Chi è?
-
Chiara, tua sorella. Oggi andiamo in montagna. Tuo nipote
ha tanta voglia di vederti! Ti passiamo a prendere fra mezz’oretta?
-
Oggi non posso. Chiama domani.
-
Ma Bruno, ci avevi promesso che…
-
Abbiamo tutta la vita per andarci!
E riaggancia.
E riaggancia.
Nel frigo c’è una
pentola di lenticchie che mangia direttamente mentre si siede davanti al tavolo
e inizia a fare la dichiarazione dei redditi.
Alle sei una mail:
“Questa notte il Requiem di Mozart al Bibiena. Ho due biglietti: uno per te e
uno per Letizia. Oggi è il suo compleanno, ricordi? Tua mamma che ti vuole bene, Lucia.” “Troppo lavoro oggi.” Risponde Bruno. “Ci andremo il prossimo fine
settimana.”
Si ha fatto buio. Il
tramonto dietro alle tende ha già proiettato i suoi ultimi raggi di sole sul pavimento.
Quando Fosca, la
dona delle pulizie, apre la porta il giorno dopo, Bruno è sdraiato accanto alla
finestra e non respira. Mentre li chiude gli occhi pensa: “magari fecce ancora in
tempo a guardare un ultimo tramonto prima della sua partenza.”
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